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PSICOTERAPIA Psicoterapia cognitivo-comportamentale

Ansia e Disturbi d’Ansia

Cosa è l’ansia?

L’ansia è un’emozione di base che tutti sperimentiamo e che fa riferimento a un complesso di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e verso il quale non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire. Tale emozione comporta quindi uno stato di attivazione dell’organismo (animale e uomo) e lo predispone, in presenza di un pericolo percepito, a reagire efficacemente, motivo per cui è considerata utile alla sopravvivenza.

Quando l’ansia diventa un problema?

L’ansia è una risorsa, una condizione fisiologica efficace che in molti momenti della vita serve a proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare la prestazione. Tuttavia quando l’attivazione del sistema di ansia diventa eccessiva, sproporzionata e ingiustificata allora siamo davanti a un disturbo d’ansia che complica la vita della persona e la rende incapace di affrontare anche le situazioni più comuni. L’ansia diventa patologica quando tende a persistere in assenza di una oggettiva condizione di pericolo e la persona interpreta i sintomi corporali (manifestazioni fisiche e fisiologiche) come qualcosa di terribilmente preoccupante che porterà alla morte, per cui si hanno interpretazioni erronee come “Oddio, morirò!” oppure “Oddio, mi verrà un infarto!” e si innesca il circolo vizioso dell’ansia.

Quali sono le manifestazioni fisiche e fisiologiche che creano disagio e sono percepite come minacciose?

Nel caso dei disturbi d’ansia la persona sperimenta sintomi molto fastidiosi, talvolta improvvisi e persistenti, di varia natura:

• sintomi fisici, come batticuore, sensazione di mancanza d’aria, vertigini o sensazione di stordimento, vampate di calore, intorpidimento o formicolio, sudore eccessivo, nausea o dolori addominali, sensazione di derealizzazione, tensione muscolare diffusa, sensazione di tremore;

• sintomi cognitivi, come senso crescente di allarme e di pericolo, sensazione di vuoto mentale con difficoltà a ragionare in maniera lucida, sensazione di essere osservati o di essere al centro dell’attenzione degli altri, presenza intrusiva di immagini, pensieri negativi e ricordi spaventosi che alimentano ancora di più lo stato ansioso;

• sintomi comportamentali, come strategie di evitamento della situazione temuta e comportamenti protettivi o di sicurezza (ad es., chiedere rassicurazioni, assumere farmaci al bisogno, avere la vicinanza di qualcuno, ecc.)

Quali sono i disturbi d’ansia?

I disturbi d’ansia classificati dal DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th edition) si differenziano tra loro in base agli oggetti specifici o alle situazioni che inducono la paura, l’ansia e i cambiamenti comportamentali associali e sono, per odine di età tipica di insorgenza: disturbo d’ansia da separazione, Mutismo selettivo, Fobia specifica (animali, ambiente naturale, lesione ematica, situazionali), Disturbo d’ansia sociale, Disturbo di panico, Agorafobia, Disturbo d’ansia generalizzata, Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci, Ansia dovuta a un’altra condizione medica, Altro disturbo d’ansia.

Quale trattamento?

I disturbi d’ansia sono frequenti nella popolazione, creano significativa invalidazione e compromissione della qualità di vita. Spesso non rispondono del tutto bene ai trattamenti farmacologici, per cui si rende necessario integrare interventi efficaci e scientificamente validati di psicoterapia a orientamento cognitivo-comportamentale.

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) per i disturbi d’ansia consiste in un intervento relativamente breve, a cadenza settimanale, in cui il paziente svolge un ruolo attivo della soluzione del proprio problema e impara modalità di pensiero e di comportamento più funzionali nell’intento di rompere i circoli viziosi del disturbo.

Per maggiori informazioni:

Dott.ssa Chiara Livi

Psicologa-Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

Tel: 329.9714624

c.livi@logoscentroclinico.it

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PSICOTERAPIA Psicoterapia cognitivo-comportamentale

Disturbi di Personalità: Di che cosa si tratta e come Può Aiutare la Terapia Cognitivo-Comportamentale

Cosa Sono i Disturbi di Personalità?

I disturbi di personalità sono condizioni psicopatologiche caratterizzate da pattern pervasivi e rigidi di pensiero, emozioni e comportamenti che si discostano in modo significativo dalle aspettative culturali e sociali di una persona. Questi modelli tendono a manifestarsi nell’adolescenza o nella prima età adulta e rimangono stabili nel tempo, causando difficoltà significative nelle relazioni interpersonali e nella vita quotidiana.

Ecco alcuni dei principali modi in cui i disturbi di personalità possono influenzare la vita di una persona:

Immagine di sé distorta: Chi soffre di un disturbo di personalità spesso ha una percezione alterata e disfunzionale di se stesso;

Instabilità emotiva: Le emozioni possono essere intense, volatili e difficili da regolare, con difficoltà nel riconoscere e gestire adeguatamente le proprie reazioni emotive.

Relazioni problematiche: Le persone con disturbi di personalità possono avere difficoltà significative a formare e mantenere relazioni sane. Alcuni possono oscillare tra l’idealizzazione e la svalutazione degli altri, portando a dinamiche relazionali instabili.

Terapia Cognitivo-Comportamentale: Un Approccio Efficace

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è uno dei trattamenti più efficaci e supportati empiricamente per i disturbi di personalità. Si basa sul presupposto che pensieri, emozioni e comportamenti siano interconnessi e mira a modificare i pensieri disfunzionali e i comportamenti maladattivi per migliorare la qualità della vita. La CBT aiuta le persone a sviluppare strategie di coping più efficaci, migliorando la regolazione emotiva e le relazioni interpersonali.

Le Nuove Frontiere della CBT: Terapie di Terza Generazione

Negli ultimi anni, la CBT si è evoluta, includendo approcci innovativi noti come “terapie di terza generazione”. Questi nuovi modelli combinano i principi della CBT tradizionale con strategie di accettazione, consapevolezza e lavoro sugli schemi profondi. Alcuni di questi approcci includono la Schema Therapy, la Dialectical Behavior Therapy (DBT), l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) e la Terapia Metacognitivo Interpersonale (TMI).

Schema Therapy (Young,2003): Questo approccio presuppone la formazione di schemi maladattivi formati durante l’infanzia, derivanti da alcuni bisogni primari insoddisfatti, i quali conducono spesso ad una valutazione negativa dell’altro e di sé. La Schema therapy viene utilizzata spesso per il trattamento dei disturbi di personalità,

Dialectical Behavior Therapy (DBT) (Linehan, 2014) : Originariamente sviluppata per il trattamento del disturbo borderline, la DBT combina strategie di accettazione e cambiamento, con un focus su abilità come la regolazione emotiva, la tolleranza alla sofferenza e la gestione delle relazioni interpersonali.

Acceptance and Commitment Therapy (ACT) (Hayes, 2011): L’ACT incoraggia l’accettazione non giudicante dei propri pensieri e emozioni, promuovendo l’impegno in comportamenti coerenti con i propri valori. Questo approccio aiuta le persone a vivere una vita significativa, nonostante la presenza di sintomi psicopatologici.

Terapia Metacognitivo Interpersonale (TMI) (Di Maggio e Semerari, 2003): La TMI parte dal presupposto che i disturbi di personalità sono caratterizzati da stati mentali problematici disfunzionali, disfunzioni metacognitive (ovvero la capacità di riflettere sui propri pensieri e stati mentali e sull’interazione interpersonale), schemi e cicli interpersonali disfunzionali. Per poter trattare il disturbo di personalità è necessario comprendere l’interazione tra questi fattori e i loro circuiti di rinforzo, incrementando la capacità del paziente nel riconoscere i propri stati mentali, padroneggiarli e migliorare le proprie relazioni interpersonali.

Per maggiori informazioni:

Dott.ssa Letizia Baroncelli
Psicologa-Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Tel: 346.7330714
@ l.baroncelli@logoscentroclinico.it

Bibliografia:
1. Young, J. E., Klosko, J. S., & Weishaar, M. E. (2003). Schema Therapy: A Practitioner’s Guide.Guilford Press.

2. Linehan, M. M. (2014). DBT Skills Training Manual (Second Edition). Guilford Press.

3. Hayes, S. C., Strosahl, K. D., & Wilson, K. G. (2011). Acceptance and Commitment Therapy:

The Process and Practice of Mindful Change (Second Edition). Guilford Press.

4. Dimaggio, G., & Semerari, A. (2003). Psicoterapia Cognitiva del Disturbo di Personalità.

Raffaello Cortina Editore.